L’infedele dichiarazione si configura quando nella dichiarazione vengono indicati una base imponibile inferiore a quella accertata, o un’imposta inferiore a quella dovuta, o un credito superiore a quello spettante, o infine un’indebita detrazione o deduzioni, anche se attribuite in sede di ritenute alla fonte.
E’ possibile regolarizzarla presentando un modello integrativo e pagando sanzioni e possibili imposte non versate, sia a saldo che acconto, beneficiando ovviamente anche del ravvedimento operoso. La dichiarazione integrativa va presentata entro i termini previsti per l’accertamento.
Se si tratta di errori rilevabili con controlli formali o automatici la sanzione applicabile è pari al 30% cui va poi applicato il ravvedimento operoso.
Se gli errori invece non sono rilevabili dai controlli formali e automatici e sono passati 90 giorni dalla scadenza della dichiarazione (se non fossero passati la sanzione su cui calcolare la riduzione del ravvedimento operoso sarebbe pari ad 250 €), allora la sanzione da sottoporre a ravvedimento sarebbe pari al 90% dell’imposta. Qualora le violazioni fossero invece costituite da mere irregolarità dichiarative allora la sanzione (sempre da ravvedere) sarebbe di 250 euro ex art. 8 D.Lgs. 471/1997.