Nascita e significato del termine
La definizione di Terzo Settore (in realtà all’inizio “Terzo Sistema”) nasce in Europa alla fine degli anni ’70 per assegnargli una posizione concettualmente separata dagli altri due ambiti economici tradizionali cioè dal settore pubblico e dall’economia privata di mercato. Nel tempo si è sviluppato fino ad acquisire una propria identità sempre più precisa.
In sintesi è costituito da tutte quelle formazioni sociali che uniscono le persone su base volontaria per perseguire finalità generata da motivazioni di carattere eminentemente extra-economico (quindi anche culturali, socio sanitarie, volte alla promozione della socialità, alla tutela dei diritti, etc.). Il rapporto sia all’interno che verso l’esterno non si basa esclusivamente sullo scambio ma mira anche alla creazione di legami e alla cooperazione. Ciò nonostante naturalmente l’attività di un’organizzazione del Terzo Settore può comunque creare un’utilità economica e generare redditi per le persone che vi lavorano.
Laddove il settore economico privato mira alla produzione di capitale tangibile / materiale /economico destinato a soddisfare i bisogni delle persone, il Terzo Settore punta invece alla produzione di capitale sociale, inteso come quell’insieme di aspetti della vita sociale – quali le reti relazionali, la fiducia reciproca e la capacità collaborativa – che consentono alle persone di soddisfare le esigenze primarie di fruizione della cultura, tutela dell’ambiente, inclusione e socialità. L’aspetto economico è presente, ma in qualità di vincolo e non di fine.
Requisiti
Essendo molteplici sia le tematiche e le attività interessate (culturali, solidaristiche, relazionali, etc. etc.) che le modalità organizzative, questo settore è costituito da una realtà sociale, economica e culturale in continua evoluzione. La Johns Hopkins University di Baltimora nel 1997, ne ha dato una definizione estremamente rigorosa basata su cinque requisiti di carattere strutturale-operativo. Per appartenere al Terzo settore una organizzazione deve essere:
– formale ossia formalmente costituita, cioè dotata di uno statuto o di un qualche atto costitutivo;
– privata vale a dire istituzionalmente separata dal settore pubblico;
– auto-governante cioè dotata di autonomia decisionale sullo svolgimento delle proprie attività;
– senza distribuzione di profitto. In altri termini non deve distribuire sotto nessuna forma ai suoi proprietari, membri o dipendenti eventuali surplus di gestione che invece, se presenti, devono essere reinvestiti nell’attività stessa o donati ad altri enti non profit. Ciò naturalmente non vuol dire che un socio di una organizzazione del Terzo Settore non possa essere remunerato per il lavoro che vi presta;
– con la presenza anche se non necessariamente esclusiva o prevalente, di lavoro volontario sul piano operativo, dirigenziale e di indirizzo delle attività dell’organizzazione.
Così definite le organizzazioni possono assumere un’ampia varietà di forme legali e istituzionali, tra le quali: organizzazioni non-profit fornitrici di servizi; organizzazioni non governative (ONG); organizzazioni artistiche e culturali, club sportivi, gruppi di sensibilizzazione e pressione politica (advocacy), fondazioni, comunità di base, partiti politici, club ricreativi, sindacati, associazioni professionali ed enti di patronato, congregazioni religiose, etc.
Dimensione e campi di attività
All’inizio del 2020 in Italia il Terzo settore impiega circa un milione di lavoratori, oltre cinque milioni di volontari ed è composto da quasi 350.000 enti.
Riprendendo la classificazione operata dal portale Italia non profit ognuna delle molteplici attività svolte in ambito non profit può essere ricondotta all’interno di una tra i seguenti macro-settori:
- Ambiente e tutela animali
- Arte e cultura
- Assistenza sociale e socio-sanitaria
- Cooperazione internazionale ed economia solidale
- Filantropia e promozione del volontariato
- Protezione civile ed emergenza
- Ricerca, istruzione e formazione
- Salute e sport
- Ricreazione e tempo libero
- Tutela dei diritti e promozione della cittadinanza