Per le associazioni la componente economica è un vincolo e non un fine. Lo scopo è perseguire le finalità istituzionali di carattere civico, culturale, solidaristico etc. enunciate nello statuto. Pur tuttavia gli amministratori devono fare in modo che tali attività siano economicamente sostenibili e per far questo, per autofinanziarsi, possono utilizzare un mix di strumenti.
ENTRATE “INTERNE” (dai soci)
Quote associative annuali. Sono elementi tipici del contratto associativo, rappresentano il segno tangibile con il quale si manifesta la volontà di aderire e, negli anni, di continuare a far parte dell’associazione. Generalmente vengono fissati dal consiglio direttivo in misura rigorosamente uguale per tutti i soci.
Contributi straordinari una tantum: vengono richiesti, generalmente dal consiglio direttivo, nel momento in cui esigenze economiche impreviste o congiunturali ne comportino la necessità.
Corrispettivi specifici per servizi verso i soci. Sono quote di contribuzione aggiuntive che l’associazione nell’ambito della propria specifica attività chiede ai propri soci a fronte di specifici servizi aggiuntivi. Pensiamo alle lezioni fornite delle scuole di musica, di teatro o di danza, alle attività delle associazioni sportive, all’organizzazione di seminari di approfondimento sulle tematiche più disparate; pensiamo alle associazioni di categoria che prestano consulenza o servizi di vario genere ai propri tesserati, a chi presta servizi di assistenza socio-sanitaria o, più generalmente, a quei circoli culturali ricreativi o sportivi che svolgono attività di somministrazione di cibi e bevande presso i propri locali.
Sono tutte attività queste che devono essere attentamente organizzate e rendicontate perché in alcuni casi possono essere oggetto di imposizione fiscale.
ENTRATE “ESTERNE”
Da simpatizzanti
Liberalità e donazioni. Soprattutto nel caso in cui l’ente non lucrativo eserciti attività reputate di utilità sociale potrà ricevere fondi a titolo di liberalità da parte di simpatizzanti o da persone che comunque ne condividano le finalità. In taluni casi (ad esempio per tutti gli enti iscritti nel RUNTS) tali liberalità comportano agevolazioni fiscali a favore del soggetto donante.
Raccolte fondi. Sono iniziative di finanziamento effettuate in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o specifiche campagne di sensibilizzazione attraverso l’offerta al pubblico di servizi o di beni di modico valore.
Crowdfunding. E’ un parente molto stretto delle raccolta fondi con la differenza che in questi casi il donatore non viene intercettato in un luogo fisico per assistere ad un evento o acquistare beni, ma direttamente su internet per finanziare progetti e produzioni future attraverso specifiche piattaforme che operano da intermediari mettendo in relazione enti non profit che hanno necessità di risorse finanziarie per sviluppare specifiche idee e progetti, con persone disposte ad aiutarli. La possibilità di raggiungere la platea di finanziatori e’ resa possibile dall’impiego del web, da mirate campagne comunicative sui social media e dall’utilizzo di sistemi di pagamento elettronici. In alcuni casi la donazione può prevedere anche la distribuzione, in via accessoria, di gadgets o premi di valore crescenti al crescere dell’entità della donazione. Il funzionamento delle piattaforme si distingue per diversi aspetti ma il principale è quello tra gli schemi:
– All-or-nothing (tutto o niente): prevede che solo al raggiungimento dell’obiettivo di raccolta che si è prefissato il progettista, i fondi donati vengano trasferiti al progettista e la relativa success fee (percentuale) venga corrisposta alla piattaforma.
– Keep-it-all (tieni tutto) prevede l’effettivo incasso di quanto raccolto dal progettista anche qualora l’obiettivo economico prefissatosi non venga raggiunto; in questo caso, la percentuale corrisposta alla piattaforma è maggiore rispetto al caso all-or-nothing.
Contributo 5/1000 sulle imposte sui redditi. Per molte organizzazioni non profit costituisce una voce di entrata rilevantissima. A differenza dell’8/1000 il cui ricavato globale viene suddiviso tra i possibili beneficiari in base alle percentuali delle opzioni espresse dalla massa dei contribuenti nelle proprie dichiarazioni dai cittadini, questa forma di entrata è esattamente pari al 5/1000 delle imposte corrisposte dal donatore. Il contributo ovviamente è “mediato” dalla P.A., nella fattispecie l’Agenzia delle Entrate, che tiene l’elenco dei soggetti ammessi, comunica i risultati delle scelte espresse ed eroga i fondi agli enti beneficiari
Da Pubblica Amministrazione e altri enti non profit
Convenzioni con enti pubblici. Le pubbliche amministrazioni possono stipulare convenzioni che prevedano compensi o rimborsi spese sostenute da enti non profit per svolgere attività o servizi sociali di interesse generale in favore dei cittadini in virtù del principio di sussidiarietà sancito dall’art. 118 della Costituzione.
Contributi pubblici. Sono somme ricevute dallo Stato o comunque da altri soggetti di controllo pubblico (enti locali, ministeri, università, ecc.) a titolo di sovvenzioni, sussidi, vantaggi o aiuti. Tra tali tale non rientrano quelle ricevute a titolo di corrispettivo per prestazioni svolte o di retribuzione per specifici incarichi ricevuti che vanno invece fatturate come attività sinallagmatiche di natura commerciale, nelle quali cioè il pagamento va a remunerare una specifica prestazione.
Finanziamento di progetti. Sono molteplici le iniziative e i programmi di finanziamento nazionali e internazionali volti a sostenere la progettazione del Terzo Settore, molte delle quali soggette a scadenza, ma altre cui invece è possibile rivolgersi durante tutto l’arco dell’anno. Si tratta di fondi messi a bando da una vasta schiera di soggetti di diversa natura (fondazioni pubbliche o private, banche, Regioni, Ministeri, enti locali, altri enti pubblici, etc) a sostegno di attività in ambito culturale e artistico, educativo, di formazione e ricerca, di interventi sociali, assistenziali o umanitari, per sviluppare interventi di progettazione sociale o processi di innovazione culturale ad impatto civico e sociale.
Dal mercato
Attività commerciali. In questo caso l’associazione si comporta come una piccola impresa che presta servizi, sul mercato: didattici, concertistici, socio-assistenziali, spettacolistici, etc. Nel caso in cui tali servizi non vengano effettuati occasionalmente ma con continuità sarà necessario dotarsi di partita Iva.
Tra queste, nello specifico molto rilevanti per le associazioni sportive dilettantistiche, sono le entrate derivanti da sponsorizzazioni.
Royalties per diritto d’autore: possono ottenersi ad esempio nel caso di produzione e vendita di dischi o di messa a disposizione su una piattaforma web (ad esempio Youtube) di video auto-prodotti.
Rendite. Proventi derivanti da canoni di locazione di immobili o porzioni di immobili di proprietà e da interessi o dividendi su attività finanziarie.